Il Vino dell’Isola d’Elba
Le aziende vinicole
Ci piace far conoscere il nostro territorio e i suoi sapori e per questo ogni turista ha la possibilità di visitare alcune tra le aziende vinicole più importanti dell’Isola d’Elba.
Non mancherà l’opportunità di assaggiare i diversi vini che vengono prodotti all’Isola d’Elba e di visitare le cantine dove riposa, a volte anche per alcuni anni. Un’avventura adatta davvero a tutti: non è assolutamente importante essere esperti del settore per apprezzarla!
Ecco alcune delle più importanti e famose aziende vinicole elbane!
La Chiusa: appena varcato il cancello ci si immerge in un’atmosfera d’altri tempi. Un viale di ulivi vi porta fino alla tenuta che risale al 1500: qui, grazie al verde delle viti e al blu del mare uniti ai colori dei fiori rosa e fucsia che la circondano, sembra di stare all’interno di un quadro dal quale non vorreste più uscire. La tenuta si affaccia sullo splendido golfo di Portoferraio e deve il suo nome al muro che la circonda e che racchiude i 20 ettari della proprietà. I vitigni arrivano quasi sulla spiaggia e questo rende il suo vino forse il più particolare dell’Isola d’Elba. Qui, oltre al vino, si può assaggiare anche l’ottimo olio extravergine di oliva.
L’Azienda Agricola “Le Sughere del Montefico” si trova nella parte orientale dell’Isola d’Elba ovvero in quelle zone dove c’è la più alta concentrazione di ferro e minerali dell’Isola. Questa azienda fa parte della famosa “Strada del Vino Costa degli Etruschi” e ha la particolarità di avere vigneti su terrazzamenti collinari i quali degradano da un lato verso il mare e dall’altro verso il manto boschivo di sughere, pini e macchia mediterranea che ricopre il Monte Fico. Il suo vino è davvero interessante e di alta qualità.
La Fazenda è un’azienda che è stata rilevata verso gli anni 90. La sua caratteristica è quella di avere un grande spazio vendita direttamente sulla strada provinciale che porta a Portoferraio: sul cartello si legge Wine&Bike abbinamento dovuto alla passione del proprietario per la bicicletta, oltre che per quella del vino.
Arrighi è un’azienda all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano il cui proprietario ha una cultura dell’Elba e del suo territorio superiore al normale. Ha così tante conoscenze che ascoltarlo è un vero piacere, oltre che un privilegio. L’azienda Arrighi è quella che più si presta a nuove sperimentazioni, non a caso recentemente ha dato vita ad un vino “marino” chiamato “Nesos”. Questo vino, creato dal vitigno Ansonica, viene immerso per cinque giorni a dieci metri di profondità; inutile dire che ha suscitato una grande curiosità e un grande successo perché si tratta di un esperimento scientifico unico al mondo.
La Tenuta delle Ripalte è un’azienda lontana dal caos estivo: si trova all’interno dell’omonimo villaggio turistico situato sulla punta estrema del promontorio Monte Calamita la si raggiunge partendo da Capoliveri, distante circa 9 km, di cui gli ultimi 4 di strada bianca. Questo potrebbe farvi desistere, ma se avrete la pazienza di percorrere lentamente questa strada verrete ripagati dai panorami mozzafiato che questo luogo offre, specialmente al tramonto.
Essendo anch’essa all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, segue i rigidi dettami dell’agricoltura sostenibile. La cantina moderna, disegnata dal famoso archistar Tobia Scarpa, è davvero un posto molto speciale, perchè la vista che si gode dalla sua terrazza è impareggiabile. I vini sono ottimi e consigliamo la degustazione del miglior vino rosato dell’Isola d’Elba.
In tutte queste aziende è possibile (e consigliabile) comprare direttamente i loro prodotti. Alcune di esse offrono anche il servizio di spedizione all’estero.
I VITIGNI AUTOCTONI dell’Isola d’Elba
Quello tra l’Isola d’Elba e il vino è un’unione che dura da secoli. Chi per primo abbia coltivato la vite all’Elba non si sa, ma gli etruschi si accorsero subito di quanto fosse terra fertile per le viti, e da allora iniziarono a sfruttare il suo prezioso territorio per produrre la bevanda più pregiata dell’epoca. Dopo i greci arrivarono i romani i quali, grazie alla fiorente coltivazione, cominciarono anche a commerciare il vino dell’Elba, fatto appurato grazie alle numerose anfore che sono state ritrovate (alcune ancora piene di vino) sui fondali delle coste dell’Isola. Per Napoleone invece il segreto della forza e dalla buona salute degli elbani si celava proprio nel succo che fuoriusciva ogni anno dai quei grappoli colmi di acini. Per fortuna il “mangiare sano” è tornato di moda e, grazie anche a questo, negli ultimi anni l’Elba ha visto la rinascita della vitivinicoltura. La riqualificazione di questo settore la dobbiamo alle aziende del territorio che hanno deciso di puntare su una produzione di qualità piuttosto che di quantità. Il particolare suolo ricco di ferro e minerali, il vento (sempre presente all’Elba) che protegge la vite da malattie, i profumi della macchia mediterranea e la brezza del mare uniti alle più moderne tecniche di vinificazione, hanno dato i loro frutti.
In viticoltura la parola “autoctono” viene usata convenzionalmente per indicare un vitigno antico o tradizionale della zona. All’Isola d’Elba possiamo contare 5 vitigni autoctoni, ognuno di essi con caratteristiche uniche e inimitabili.
L’Aleatico è un vitigno rosso molto aromatico presente in diverse zone d’Italia ma in Toscana trova il suo territorio d’eccezione, Cosimo de’ Medici, grande estimatore dell’Aleatico, contribuì alla diffusione di questo vitigno su tutta l’Isola. Il vino passito che si ottiene dalle sue uve è dolce, deciso e molto alcolico, la sua qualità è davvero ottima. La piccola (e quasi rara) produzione giustifica il prezzo e, a tutt’oggi, è considerato l’Imperatore dei vini elbani.
Ansonica
L’ansonica è il vitigno bianco più caratteristico dell’Isola d’Elba. Il suo vino è moderatamente aromatico e fruttato (con alcune note erbacee) e il suo abbinamento ideale è con i crostacei in generale. Pare che questo vitigno sia arrivato nell’Arcipelago Toscano attraverso la Sicilia che lo sfrutta principalmente per la produzione del marsala. E’ un’uva molto buona anche da mangiare: a maturazione completa si trova facilmente sulle tavole delle case degli elbani.
Procanico
Il Procanico è una varietà locale del più famoso Trebbiano Toscano, uno dei vitigni bianchi più conosciuti e coltivati d’Italia. Rispetto al Trebbiano, il Procanico ha una produzione meno fruttuosa e il suo vino, dal colore giallo paglierino, si sposa bene con antipasti e primi piatti a base di pesce.
Vermentino
Vitigno che si adatta facilmente a diverse situazioni climatiche e ambientali, il Vermentino fornisce sempre delle ottime produzioni di pregio. La sua espansione è in continua e costante crescita, attualmente ricopre circa 15 ettari del suolo elbano e, insieme al Procanico, forma il pregiato Elba Bianco DOC. Il suo colore ricorda quello dell’oro e il profumo è intenso e caratteristico, con piatti di pesce e crostacei trova il suo abbinamento perfetto.
Sangiovese
Il Sangiovese (o Sangioveto) è il vitigno più coltivato in Toscana dove occupa il 60% dell’intera superficie a vigneto. Il Sangiovese è il componente principale dell’Elba Rosso e dell’Elba Rosato, i quali nel 2011 hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento DOC. Il vino si presenta con un colore rosso rubino dal gusto leggermente fruttato, è molto corposo e si abbina bene con zuppe di pesce e carni alla brace.
I vini dell’Isola d’Elba
Fino alla Seconda Guerra Mondiale le terre dell’Elba erano ricoperte principalmente da spettacolari terrazzamenti fatti con muretti a sasso (costruiti a secco) in cui si coltivava la vite dalle pendici dei colli fino ad oltre 300 metri d’altezza. Con l’arrivo del turismo e dei “soldi facili” la situazione cambia radicalmente: la cultura della coltivazione dell’uva perde d’interesse e il patrimonio viticolo si riduce in maniera drastica. I resti di quei muretti fatti con estrema maestria e pazienza, seppur coperti dai boschi e dalla macchia, si possono ancora scorgere su tutta l’Isola e spesso anche nei posti più impensabili e più impervi.
Fortunatamente, in questi ultimi decenni, la qualità è più importante della quantità e, grazie anche alle tecnologie più avanzate e ad un gruppo di giovani viticoltori sempre più qualificati, l’Elba decide di tornare sui suoi passi fondando, alla fine degli anni 90, un Consorzio di Tutela del vino dell’Isola d’Elba. Da allora è un continuo susseguirsi di successi e di riconoscimenti alla sempre maggiore qualità del vino elbano: ad oggi sono circa 350 gli ettari di terra utilizzata per la coltivazione delle viti di cui, per ora, 125 sono iscritti all’Albo per le varie D.O.C.
Breve guida sulle principali tipologie di vini dell’Isola d’Elba:
Partiamo dal Vino Bianco DOC costituito dal 50% di Procanico e dal restante 50% Vermentino e Ansonica. Deve avere una gradazione minima di 11° e deve essere servito ad una temperatura di 8/10 gradi. Di colore giallo chiaro e dal sapore asciutto ma armonico, è un vino che si apprezza soprattutto con piatti a base di pesce ma è piuttosto gradevole anche come aperitivo.
Elba Ansonica deve avere come minimo l’85% di uva Ansonica bianca e la gradazione minima è di 11.5°. Caratterizzato da un colore giallo intenso con sfumature d’oro, deve essere servito a 10/12 gradi. Il suo sapore varia dal secco all’amabile e lo apprezzerete meglio se bevuto in compagnia di un buon piatto di crostacei che ne esalta le caratteristiche organolettiche.
L’Elba Rosso DOC si ricava per il 60% da uve Sangiovese. Durante la vendemmia il mosto ottenuto con la pigiatura viene lasciato fermentare a contatto con le bucce. Dopo le operazioni di svinatura viene messo in botti di legno o di acciaio. La sua gradazione alcolica deve essere come minimo di 11.5 ° e a tavola va servito a 10/12 gradi di temperatura.
L’ Elba Rosso Riserva nasce dalle stesse uve del Rosso DOC con l’unica differenza che l’invecchiamento non deve essere inferiore ai 24 mesi, di cui almeno 12 in legno e 6 in bottiglia. E’ un vino molto elegante, il profumo intenso di frutta rossa e il colore rosso rubino conquistano da subito. La gradazione alcolica deve essere di almeno 12.5° e va servito ad una temperatura che va dai 12 ai 14 gradi.
L’Elba Rosato DOC , ricavato anch’esso dalle uve del Rosso DOC, è un vino secco, delicato e fruttato, dal caratteristico colore rosa cerasuolo. con il 60% minimo di Sangiovese, questo vino si ottiene dalla premitura delle uve rosse private del raspo e dalla successiva separazione delle bucce e dei vinaccioli per mezzo della pressatura. La gradazione alcolica deve essere di 11°, è un vino giovane che servito alla temperatura di 10 gradi si beve molto volentieri soprattutto in estate.
L’Aleatico DOCG dell’Isola d’Elba, come abbiamo già scritto in precedenza, è l’Imperatore dei vini elbani. Uve aleatico al 100% minuziosamente selezionate e sottoposte ad appassimento al sole per breve periodo (massimo 20 giorni), intenso e complesso dal colore rosso rubino, un’elevata consistenza (gradazione alcolica minima 16°), un profumo di ciliegie, prugne e ricordi di cannella e chiodi di garofano: unico e sempre più raro, con lui si “medita” senza aver bisogno di accompagnarlo davvero a qualcosa. Tuttavia all’Isola d’Elba l’accostamento perfetto è insieme al dolce tipico del luogo, la “Schiaccia Briaca” fatta, appunto, con l’aggiunta di questo prezioso vino nell’impasto.
Il Moscato Passito dell’Elba DOC e l’Aleatico DOCG rappresentano le due perle dell’enologia elbana. Vitigno storico e antico quanto l’Aleatico, è caratterizzato da un chicco medio a forma sferica, dolce e profumato. La sua maturazione è molto precoce (la raccolta può avvenire già a fine agosto) e il suo prezioso nettare si ottiene mettendo a seccare le uve sotto il sole. Il suo sapore dolce ricorda la polpa dell’albicocca, della pesca e della frutta secca, la gradazione alcolica deve essere di 13/14° e la temperatura ideale per gustarlo è di 16-18 gradi. Meglio accompagnarlo con pasticceria secca.





